Quando Michele Serra dice cose che sapevamo già (e altre che boh).

DbOu36yXkAAwLnRComunque, riguardo al caso Michele Serra, trovo non abbia detto una totale inesattezza. Perché è partito da un dato reale.

Non voglio dire che i “ricchi” sono buoni e i poveri cattivi o che gli intelligenti sono buoni e quelli meno intelligenti cattivi. Però è un dato di fatto che nei licei da sempre l’educazione e la disciplina sono mediamente superiori rispetto ad altri istituti (soprattutto professionali). Ora, partendo dal presupposto che negli ultimi anni il fenomeno è in aumento nelle scuole di ogni ordine e grado per colpa di genitori che non sanno dire di no, alla base delle considerazioni di Michele Serra c’è un problema che è sempre esistito o almeno che io ricordo da quando ero una liceale (anzi, da prima, da quando ero alle medie). Semplicemente Serra non ha saputo individuare con correttezza la causa reale.

Come NON dovrebbe essere, le scuole professionali o gli istituti tecnici, sono ritenuti da sempre – certe volte a torto, certe volte a ragione – più semplici dei licei; sono il rifugium peccatorum di tutti i ragazzi difficili. Di quelli che non vogliono studiare, che non seguono le regole, che avrebbero bisogno di una strigliata. Ora farò un paragone iperbolico: come nelle carceri il delinquente spesso più che educarsi fa un corso di specializzazione per delinquere meglio grazie al contatto costante con altri delinquenti, così questi ragazzi difficili, spediti in massa in certi istituti, si danno manforte l’un l’altro. Rovinando tra l’altro il nome di certe scuole e probabilmente anche le lezioni e la vita (penso al bullismo dilagante soprattutto in certe scuole) ai compagni che vorrebbero seriamente studiare.

Quindi questo è il problema, non tanto la famiglia in sè (perché le famiglie che non sanno educare sono ovunque) ma il fatto che si tenda a convogliare i ragazzi difficili in determinate scuole. Tra l’altro facendo un ragionamento del cavolo, perché non è che se uno alle medie non vuole studiare, picchia i compagni e bigia la scuola, allora è bene che faccia il cuoco o il meccanico. Anzi, mi aspetto professionalità e competenza da certe figure e tra l’altro, uno può essere la reicarnazione di Hitler e avere in sè le capacità e la testa per fare il fisico atomico. Molto spesso una mente brillante è anche causa di profonda ribellione e disagio, per dire.

Detto ciò non so come si possa risolvere questo problema, di sicuro l’equazione “soggetto difficile = scuola professionale o istituto tecnico” andrebbe evitata. La verità è che certe famiglie, mal consigliate e magari anche per avere meno beghe, spediscono il discolo all’istituto professionale. E forse, ma qui mi spingo in un salto logico, certe famiglie “top” mandano il discolo comunque al liceo perché in famiglia sono tutti dottori e lo vogliono dottore e magari questo fa un gran bene al discolo, perché magari ha il cervello di Umberto Eco e sarebbe stato un cuoco mediocre. Di contro c’è da dire che di sicuro abbiamo qualche grande cuoco costretto da mamma e papà a studiare al liceo e ci stiamo perdendo il futuro Marchesi.

Per riassumere, è vero che nei licei certe cose non accadono o accadono molto raramente, il problema non è però di ceto, è proprio di pessimo orientamento scolastico.

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